Cose da maschi 2023 by Alessandro Giammei

Cose da maschi 2023 by Alessandro Giammei

autore:Alessandro Giammei [Giammei, Alessandro]
La lingua: eng
Format: epub


È facile, tenendo presente che Frabotta è stata forse la voce letteraria piú alta del femminismo italiano (nonché una femminista militante, autrice di studi politico-filosofici di genere), leggere «codino pavoneggiante» in senso derisorio, diminuente piú che diminutivo. In questo momento tuttavia il tono mi sembra due volte quello protettivo, sorridente della madre, o meglio della donna solida come una vagina di fronte a un tu (e poi a un lui) fragile come un testicolo, o un pene: «tuo codino» rima con «bel bambino», e questa è l’unica rima oltre a quella equivoca, ricca e baciata, «ora dura»:«ancora dura» – che, tra l’altro, bene si oppone alla prima, marcando con enfasi l’aggettivo pur mai riferito alla soglia dell’inespugnato utero senza costrutto.

Quando, a undici anni in gita, scoprii i pavoni al Bioparco di Roma, il modo in cui ho imparato la differenza tra chi ha il pene e chi ha la vagina mi impediva di credere – lo ricordo benissimo – che quelli colorati con la coda fossero i maschi e quelli bruni senza coda fossero le femmine. Quando Ruggiero in balia di Alcina (sí, ci torno una terza volta) opta per vesti morbide, indossa collane e bracciali, si lascia pendere fili d’oro dalle orecchie diventando una specie di adoncino, non cede forse alla natura inerente del sesso che ha tra le gambe, a sua volta un pendaglio molle e pavoneggiante? E Bradamante che lo salva per interposto incantesimo dal giogo della strega non somiglia a sua volta, imbattibile e avvolta dall’armatura, alla natura anatomica dei suoi genitali capaci di strenuamente tenere testa ai capitomboli innamorati degli altrui codini? Il pavone non è d’altronde affatto l’unico, si sa, tra gli animali presso cui le piú evidenti differenze fisiche contrastano coi rimproveri di Atlante. Dopo aver letto la poesia di Frabotta viene da ridere ricordando la qualità metaforica (utero – navicella – femminilità e intelletto – fragile forza) di molti commenti giornalistici ogni volta che Samantha Cristoforetti rincasa dallo spazio.

Tutto questo discorso mi porta a pensare che la mia legittima intenzione di somigliare agli altri maschi alle medie non avrebbe dovuto portarmi a tagliare i capelli (il codino pavoneggiante), ma a mostrarmi invece fragile all’arrivo del teschio come si aspettavano tutti. A non trovare imbarazzante la posizione che si assume a calcetto quando si fa la barriera (dubito che nel calcio femminile si stia spalla a spalla con le mani tra le gambe, ma non riesco a trovare foto o video dirimenti in questo momento). D’altro canto – in questa prospettiva – resta da correggere la questione terminologica: Emma Watson è una pussy, i ragazzini lituani mostrano balls in foto. Ovviamente non c’è nulla di determinante, nella fisiologia variegatissima con cui si nasce, rispetto alle scoperte dell’identità, ma per superare certi pregiudizi dall’altro lato della presentissima e vivissima questione della gender inequality può essere salutare pensarsi – quando si fugge legittimamente dai conflitti, quando si piange, quando si è vittime invece che promotori di qualsiasi tipo di violenza – fragili come un fallo.



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